Un giorno così - SS526

Virgin Radio rimbomba nella mia camera da letto. La radiosveglia mi suggerisce che sono le 11 di mattina.
Lentamente apro gli occhi e tra imprecazioni e versi gutturali che solo il poco sonno ti dona, decido di alzarmi.
Mentre mi dirigo in cucina penso tra me e me che 5 ore di sonno bastano e avanzano per affrontare il primo dell'anno; dopotutto che diavolo si fa il primo dell'anno di tanto impegnativo se non stare in casa in uno stato semi catatonico?
Ok. Mi sbagliavo.
Dopo il cenone di Capodanno con i miei amici, la casa è un po' in disordine. Devo rimboccarmi le maniche. 
Che palle.


Apro il iTunes per mettere su un po' di musica che mi tenga compagnia mentre, con spugnetta e sapone per i piatti alla mano, penso a che "begli amici" che mi ritrovo.
Le canzoni si susseguono a random. Tra gli AC/DC e John Denver, il Liga e cori di montagna della SAT ecco che rispolvero un vecchio reperto di Max Pezzali: Un giorno così.
Il singolo, uscito nel maggio del 1997, anticipava quello che sarebbe stato il quarto album degli 883 intitolato La dura legge del gol!
Che strana sensazione, nel giro di pochi secondi mi sembra di essere tornato indietro di 15 anni.
Dopo aver ascoltato tutta la canzone cerco il video su YouTube. Ecco che partono i ricordi.




Rivedo il video per 2 volte e penso che, nonostante la mitica Statale 526 sia dietro l'angolo, non ci sono mai stato.
Un famoso detto afferma che "quello che fai il primo dell'anno lo fai per tutto l'anno". Che diavolo, devo lavare pentole per il resto della mia vita?

Mi vesto, prendo il casco e giro il quadro d'accensione dell'Harley. Direzione Magenta.

Arrivo, congelato, a Magenta e, dopo una breve pausa cappuccino caldo, tento di imboccare la 526 che mi porterà in una cinquantina di Km a Pavia.
In realtà i primi Km, perdendomi a Magenta, li percorro sulla SP197. Una delle tante cose che mi ha insegnato viaggiare in moto è che quando sbagli strada, spesso, non è dopotutto un male in quanto puoi scoprire posti e paesaggi meravigliosi.
Cercando di rimboccare la 526 finisco a Cassinetta di Lugagnano, un piccolo paesino attraversato dal Naviglio Grande che, provenendo dal Ticino porta l'acqua a Milano per poi, proseguendo nel Naviglio Pavese, riportarla sempre nel Ticino presso Pavia. Mi fermo subito a fare una foto, il paesaggio è bellissimo, merita di essere immortalato.




Finalmente sono sulla 526. Ora capisco cosa provava Max quando, in sella al suo cinquantino, anziché svoltare verso scuola imboccava la strada per la ferrovia.
Che giornata splendida, in cielo nemmeno una nuvola e la strada davanti a me è vuota. Non potevo desiderare condizioni migliori per esplorare e percorrere un itinerario nuovo.
Le curve dell'asfalto grigio mi fanno sentire parte integrante della strada mentre tutto intorno a me è natura rurale: campi, alberi e verdi pratoni. Alcuni punti mi fanno tornare in mente quando la mia Dyna, un paio d'anni fa, mi ha portato tra i paesaggi infiniti della Toscana nei pressi di Volterra.






Raggiunta Pavia, dopo un giro (a piedi) per il centro storico si sono fatte le 17, il sole sta calando ed è arrivata l'ora di tornare in sella. Questa volta però la direzione è Milano. Purtroppo.

Oggi, 2 gennaio, è una data importante. È il compleanno di mio zio Nikk, colui che mi ha messo sulla cattiva strada, sopra cattivi mezzi ed in compagnia di cattive persone (Leggi la mia storia).
Auguri Nikk e grazie per tutto quello che hai fatto e fai per me ogni giorno.



See you soon on the road,
Jack

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