"Se ti ricordi l'Italian Bike Week, vuol dire che non c'eri"
Chissà che direbbe Wavy Gravy a vedere il suo celebre aforisma sugli anni '60 usato per un'occasione così. Sta di fatto che io, dell'Italian Bike Week a Tuoro sul Trasimeno, non mi ricordo granché. Per cui facciamo così: scriverò quello che mi ricordo, il resto lo lascio volentieri inespresso.
Ultimo avviso: chi si aspetta un reportage dettagliato rimarrà deluso. Non li so fare. Vado a finire sempre sul gonzo.
L'orario di partenza è alle 9.30, via Cassia. Che siccome che siamo snob noi l'autostrada non la facciamo.
A parte gli scherzi, le statali in questi casi sono il meglio: arrivi a destinazione, e lo fai divertendoti ed imparando. Siamo in 5; io, il buon Vittorio con il suo sporty randagio ma onesto, Damiano, Roberto e Daniele, tutti e tre con bestie nere: un 48 con qualche problema di batteria, uno Street Bob con una bella garra ed un bagger mezzo stickerbomb mezzo bastinchio. Le previsioni danno pioggia di fuoco e rane con possibilità di locuste, ma come si direbbe in Liguria a ghe ne battemu u belìn. Avviamo a spinta il 48 e partiamo.
Dalle parti di Vetralla il primo stop. Il 48 di Damiano si spegne ad un semaforo, di punto in bianco, non riparte manco a spinta. Anche se la batteria è andata, non dovrebbe far così lo stesso. Formiamo un brain pool al lato della strada per scoprire la causa del problema. Pensiamo al regolatore di tensione, portiamo la batteria ad un meccanico, smontiamo la mia e montiamo sulla sua, si accende il quadro ma non parte.
Alla fine un piccolo fusibile di mèrda è il colpevole, sostituito e la moto riparte. Ci affrettiamo a riscambiare le batterie perché una grossa nuvola nera e incazzata ci punta una pistola alla tempia, la sua riparte a spinta e bardati all'uopo con aggiunta di parafango di scotch ci buttiamo in mezzo alla tempesta.
Il tragitto è stupendo: da Viterbo a Montefiascone a Orvieto, fino a Ficulle e giù verso il Trasimeno. La campagna ondulata attorno a noi ci fa fare su e giù dolcemente come quei vecchi bruchimela dei parchi giochi da bambini, è tutto verde e la pioggia passa presto. Ma ormai la macchina fotografica è nello zaino, per cui non ho foto di questo tratto. Per cui alzate quei culi da davanti al pc e andate a vederlo da soli.
Arriviamo in vista del traguardo verso Castiglione.
Il nostro agriturismo, dove abbiamo trovato posto per culo il giorno prima a pochissimo, è dalle parti di Cortona. Prima di trovarlo ci godiamo il panorama dalla cittadella. Ditemi voi se questo posto non è uno spettacolo.
Troviamo il nostro posto in mezzo ai boschi e alle colline di Montanare, frazione di Cortona. Il viale d'ingresso vale da solo il viaggio fino a lì.
Finalmente, all'alba delle sei del pomeriggio, siamo pronti per andare al raduno. Ultimo avvio a spinta. Io ho già dato una mano, per ora riposo i miei lombi, e anche Daniele.
La strada per il raduno scollina un paio di volte, ed è uno sparo arrivare dalla montagna, e vedere il lago brillare nella luce del tardo pomeriggio.
Qualche mezzo al parcheggio. Evo, PanShovel, Shovel FLH...qualche motorozza onesta si vede insomma.
I ragazzi di Rocket Boy Garage piazzano lì un onesto TC ed un pre-unit che sembra uscito da Bass Lake '65. Complimenti ragazzi.
Lo stand di 70's Helmets, con un'interessantissima SR 250 e la consueta mole di caschi strepitosi.
Luca di Marmorata porta il sole dappertutto.
Lo specialino XV di LowRide.
La sera scende sul lago e, ahimè, il tasso alcolemico sale.
L'acqua fresca del lago dà un po' di relax alle fette.
L'atmosfera si annebbia un po', sagome seducenti si muovono in mezzo al fumo, echi di canzoni oscene e gesti barbari si alzano dalla folla..
Non penso di esser stato io a fare queste ultime due foto della serata. Le metto solo per onore di completezza. Vik un po' ringrazia la moto, un po' sta pensando che un mustang 6l non è poi il massimo come cuscino.
Da lì in poi vuoto totale, o almeno così preferisco. Ricordo vagamente di essermi addormentato nel parcheggio, essermi svegliato completamente congelato; ho ritrovato due dei miei compagni di viaggio e sono tornato all'agriturismo, una volta smaltita la bugna.
Conservo però un buon ricordo della gelida ride notturna, non un lampione per strada, non un'anima in giro. Solo i nostri tre fari e miliardi di luci sopra di noi, nella notte più serena che ci si potesse aspettare.
Dopo una sosta in un bar aperto tutta la notte per bere qualcosa di caldo e scherzare con pittoreschi ed inquietanti personaggi locali, raggiungiamo finalmente il letto.
La mattina dopo non è mai un granché, non lo è mai stata. E stavolta non è da meno. Appena ho la forza di alzarmi mi ficco sotto la doccia calda, ci rimango per un quarto d'ora.
Il karma è a livelli infimi. Mi vergogno e prendo alcune decisioni fondamentali per il mio futuro in quel quarto d'ora.
La prima delle quali è comprare un paio di occhiali da sole nuovi, i miei li ho persi.
Vittorio tornerà insieme a me, si alza subito dopo e insieme prepariamo le moto. Salutiamo le altre tre bestie e partiamo.
Dopo un pieno prendiamo le strade di campagna che da Cortona portano alla A1.
Il paesaggio è splendido e cura un po' lo spirito, le nuvole sono bonarie e innocue nel cielo. Ho fatto qualche foto prima di accorgermi che c'era qualcosa spettassata sull'obbiettivo della reflex.
Ad un'area di servizio lo pulisco, e dopo un'attimo di riposo ci rimettiamo in marcia. L'autostrada, per quanto in generale non sia il massimo, perlomeno offre con la sua monotonia l'opportunità di riflessioni, in uno sorta di "momento", quasi uno stato di ipnosi.
Penso a tante cose, molte delle quali non sono particolarmente interessanti per qualcuno che non sia io. Molte altre sono semplicemente cacchiate.
Ma una o due vale la pena condividerle.
Penso che in fondo, non sono così. O almeno penso di non esserlo, voglio crederlo. Una delle poche cose che mi abbia dato sempre soddisfazione è questa, andare in moto. Non so voi, ma a me non serve altro!
Tutto il resto è contorno. Tutto quello che esula da questo, alla fine non mi interessa più di tanto, e ne faccio volentieri a meno.
Nel cellulare trovo una nota, scritta con un residuo di lucidità: "drink no more; sort life out". Mi ricorda quello che scrive Shaun of the Dead un attimo prima di svenire ubriaco:
La domenica mattina non è il massimo per sortare la mia life out; ma ho recepito il messaggio, e posso cominciare da quello che so fare meglio:
Vik si stacca dalle parti di Orte, va verso il mare. All'ultima area di servizio mi sorprende con delle parole che francamente speravo che qualcuno mi dicesse, ne avevo bisogno. Non è mai per caso che succedono le cose, e forse il mio stato d'animo e quello che l'ha provocato era solo il modo per farmi trovare un nuovo amico.
E guarda un po', sembra che anche tu l'hai trovato piccola.
In conclusione, il raduno non è stato così malvagio, per quel poco che ho visto. Ma non penso di essere tagliato per un bel po' di cose che si vedono in questo giro, semplicemente.
Mi piacciono le moto, e basta direi. Per parafrasare Zappa, "I'm only in it for the bikes".
How's that for a slice of fried gold?
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