Il centesimo anniversario dell'EICMA quest'anno ha fatto gola a molti, compresa me...
, ebbene sì, sto parlando del salone del motociclo per eccellenza molto conosciuto in tutta Europa tanto quanto l'Intermot a Colonia (perloappunto tenutosi circa un mese prima.)
Devo dire che dal punto di vista di una persona che non ci è mai stata si è rivelata una bella sorpresa perchè equilibra le esigenze di qualsiasi amante dei motori: dal curioso che ha letto della ultima novità su una rivista (traduco: coloro che volevano vedere dal vivo la nuova Ninja H2R e volevano sapere se veramente ha 300 CV), agli amanti delle customizzazioni, e poi gli ecologisti, quelli che cercano i veicoli più bizzarri... insomma di moto esposte ce n'erano di tutti i gusti e io ho voluto partire in quarta seguendo l'ordine dei padiglioni...il fatto che il primo fosse il padiglione dedicato ai custom (il n°2) non è che una casualità (non ci crede nessuno)!
Sin dai primi passi mossi sono rimasta basita dalla quantità di stand dediti ad esporre moto anni '60, '70, '80 ma ce n'erano anche di abbastanza recenti ed erano state completamente rivoluzionate e portate ad essere o delle vetture dalle linee futuristiche o delle bellissime cafè racer, sinceramente dal vivo non ne avevo mai viste, ma da allora me ne sono infatuata fortemente.
Questo stand invece lo si potrebbe definire con un termine tipico dei rapper afroamericani "bling bling". Era a dir poco accecante e sbrilluccicoso...essere una ragazza non comporta necessariamente ad adorare i lustrini, se poi si è uno scaricatore di porto camuffato da donna ancor peggio! Ma insomma...il mondo è bello perchè è vario, no?
Questo stand secondo me ha spiccato moltissimo perchè a differenza di coloro che vendevano poster e placche qui si potevano trovare dei meravigliosi quadri dipinti ad olio in cui vengono ritratte donne su delle Harley-Davidson (perlopiù vestite o in stile vintage o steampunk). Ne sono rimasta veramente colpita perchè oltre ad essere così ben fatti da sembrare delle foto questo autore è riuscito in ciò in cui mi sto cimentando senza grandi risultati: conciliare la passione per la pittura immortalando scene in ambito motociclistico.
Mi sono voluta documentare su tale David Uhl ed ho scoperto che sin dal 1993, è diventato l'illustratore ufficiale H-D, che dietro permesso riproduce le foto vintage in bianco e nero dell'archivio della Harley. Sul suo sito ufficiale (http://www.uhlstudios.com/) ho trovato questa frase che mi è piaciuta moltissimo:
"His timeless style is perfect for capturing the deep emotions Harley-Davidson evokes and will allow the legacy to live on for generations to come"
traduco per i non anglofoni:
"Il suo stile senza tempo è perfetto per catturare le profonde emozioni che la Harley - Davidson evoca e permetterà che l'eredità si trasmetta alle prossime generazioni".Inutile dire che vorrei tappezzare le pareti di casa con le sue opere d'arte!
Nonostante fossi in santa adorazione ho proseguito la mia visita col proposito di trovare lo stand Triumph (che avrei trovato in un altro padiglione).
Prego notare: forse non si legge bene ma sullo schienale del sidecar c'è scritto Chicca, infatti è un nome che gli calza a pennello!
A malincuore mi tocca esprimere un giudizio negativo sullo stand Harley. Non prendetela a male, è solo un'opinione personale che può essere condivisa oppure no.
Dal canto mio ammetto di essere rimasta piuttosto delusa dal recente panorama della casa H-D perchè già dal primo impatto visivo i nuovi modelli richiamano fin troppo le moto giapponesi, idem i materiali, mi sanno di plasticaccia, di fragilità, e per quanto innovativo possa essere il prodotto LiveWire (la Harley completamente elettrica) temo che proprio questa neonata sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non perchè l'argomento veicoli ecologici non mi tocchi, ma perchè la Harley deve avere il suo rombo, il suo suono, la sua linea, la sua maestosità e il suo senso di solidità.
Purtroppo se il mercato ha preso questa piega è perchè c'è una richiesta, ma confrontandomi con le opinioni di alcuni motociclisti anche loro hanno fatto le mie stesse osservazioni e ne sono rimasti amareggiati, mi chiedo dunque, il domani che (facendo corna) le H-D "vecchio stile" di costoro daranno forfait o qualora volessero prendersi qualcosa di nuovo, dove andranno a parare?
Come avevo già scritto, ecco la prima eccezione British: la Royal Enfield!
Una Harley d'eccezione nello stand
...ed anche una Triumph, difatti era presente l'apposito stand, quel poco che sono riuscita ad immortalare lo troverete a breve!
Ed ecco il settore FMI!
Questa invece è una particolare linea di bici elettriche che riprende il design anni '50 e '60
E finalmente la Triumph!
Vi chiederete: :<<Beh? E tutte quelle chiacchere su quella Triumph che ti aveva tanto colpita?>> Effettivamente c'era una foto che mi immortalava in groppa alla Thruxton Ace Café ma per motivi di decoro ho preferito non sputtanare la mia faccia estatica e sbavante. Le foto più decenti sono state sulle Indian, ed eccole qui in via del tutto eccezionale:
Oltre ai motori era presente anche lo stand di Virgin Radio che ovviamente ha proposto autori in stile rock.
ma torniamo a noi...
Insomma, in conclusione: è stata un'esperienza veramente inattesa questo EICMA 2014, ho imparato tante nuove cose sebbene non abbia visto veramente tutto (i padiglioni erano gremiti di persone), oltretutto il fatto di aver trovato qual è il due ruote che mi ha conquistata mi ha fatto pensare che il viaggio e la visita fossero stati davvero meritevoli.
Ovviamente mi sto mettendo all'opera per entrare in possesso di quel gioiellino, e ci riuscirò!
Stay tuned!
Valentina
P.S. Per ulteriori informazioni vi rimando al sito ufficiale dell'evento http://www.eicma.it/
, ebbene sì, sto parlando del salone del motociclo per eccellenza molto conosciuto in tutta Europa tanto quanto l'Intermot a Colonia (perloappunto tenutosi circa un mese prima.)
Devo dire che dal punto di vista di una persona che non ci è mai stata si è rivelata una bella sorpresa perchè equilibra le esigenze di qualsiasi amante dei motori: dal curioso che ha letto della ultima novità su una rivista (traduco: coloro che volevano vedere dal vivo la nuova Ninja H2R e volevano sapere se veramente ha 300 CV), agli amanti delle customizzazioni, e poi gli ecologisti, quelli che cercano i veicoli più bizzarri... insomma di moto esposte ce n'erano di tutti i gusti e io ho voluto partire in quarta seguendo l'ordine dei padiglioni...il fatto che il primo fosse il padiglione dedicato ai custom (il n°2) non è che una casualità (non ci crede nessuno)!
Questo stand invece lo si potrebbe definire con un termine tipico dei rapper afroamericani "bling bling". Era a dir poco accecante e sbrilluccicoso...essere una ragazza non comporta necessariamente ad adorare i lustrini, se poi si è uno scaricatore di porto camuffato da donna ancor peggio! Ma insomma...il mondo è bello perchè è vario, no?
Questo stand secondo me ha spiccato moltissimo perchè a differenza di coloro che vendevano poster e placche qui si potevano trovare dei meravigliosi quadri dipinti ad olio in cui vengono ritratte donne su delle Harley-Davidson (perlopiù vestite o in stile vintage o steampunk). Ne sono rimasta veramente colpita perchè oltre ad essere così ben fatti da sembrare delle foto questo autore è riuscito in ciò in cui mi sto cimentando senza grandi risultati: conciliare la passione per la pittura immortalando scene in ambito motociclistico.
Mi sono voluta documentare su tale David Uhl ed ho scoperto che sin dal 1993, è diventato l'illustratore ufficiale H-D, che dietro permesso riproduce le foto vintage in bianco e nero dell'archivio della Harley. Sul suo sito ufficiale (http://www.uhlstudios.com/) ho trovato questa frase che mi è piaciuta moltissimo:
"His timeless style is perfect for capturing the deep emotions Harley-Davidson evokes and will allow the legacy to live on for generations to come"
traduco per i non anglofoni:
"Il suo stile senza tempo è perfetto per catturare le profonde emozioni che la Harley - Davidson evoca e permetterà che l'eredità si trasmetta alle prossime generazioni".Inutile dire che vorrei tappezzare le pareti di casa con le sue opere d'arte!
Ma torniamo alle moto!
A questo punto devo confessare che è successa una cosa piuttosto inaspettata. Mi sono imbattuta in questa "bambina" ed ho provato qualcosa di molto simile alla prima volta che ho posato gli occhi sulla prima Harley. Mi ci sono avvicinata e l'ho squadrata con minuzia in ogni dettaglio pensando "no dai, avrà sicuramente qualcosa che non mi piace...non è lei quella giusta!". Eppure... più la guardavo più avevo voglia di salirci sopra ma nel contempo provavo un senso di timore nel provare a toccarla, come se fosse stata una cosa sacra, fragile.
Ero cosciente del fatto che fosse passata sotto milioni di mani durante i giorni della fiera
ma mi sentivo come se solo io fossi cosciente del fatto che in realtà era unica ed intangibile. Insomma è stato amore! Ho finalmente scoperto cosa voglio! E giustamente, come succede con le relazioni: se cerchi non trovi; se smetti di cercare è la volta che ti piomba davanti agli occhi!
Nonostante fossi in santa adorazione ho proseguito la mia visita col proposito di trovare lo stand Triumph (che avrei trovato in un altro padiglione).
Prego notare: forse non si legge bene ma sullo schienale del sidecar c'è scritto Chicca, infatti è un nome che gli calza a pennello!
A malincuore mi tocca esprimere un giudizio negativo sullo stand Harley. Non prendetela a male, è solo un'opinione personale che può essere condivisa oppure no.
Dal canto mio ammetto di essere rimasta piuttosto delusa dal recente panorama della casa H-D perchè già dal primo impatto visivo i nuovi modelli richiamano fin troppo le moto giapponesi, idem i materiali, mi sanno di plasticaccia, di fragilità, e per quanto innovativo possa essere il prodotto LiveWire (la Harley completamente elettrica) temo che proprio questa neonata sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non perchè l'argomento veicoli ecologici non mi tocchi, ma perchè la Harley deve avere il suo rombo, il suo suono, la sua linea, la sua maestosità e il suo senso di solidità.
Purtroppo se il mercato ha preso questa piega è perchè c'è una richiesta, ma confrontandomi con le opinioni di alcuni motociclisti anche loro hanno fatto le mie stesse osservazioni e ne sono rimasti amareggiati, mi chiedo dunque, il domani che (facendo corna) le H-D "vecchio stile" di costoro daranno forfait o qualora volessero prendersi qualcosa di nuovo, dove andranno a parare?
Terminato il giro del padiglione 2 sono passata al 4, più dedito al mercato asiatico piuttosto che all'europeo, ma dopo vedrete le eccezioni.
Come avevo già scritto, ecco la prima eccezione British: la Royal Enfield!
Una Harley d'eccezione nello stand
...ed anche una Triumph, difatti era presente l'apposito stand, quel poco che sono riuscita ad immortalare lo troverete a breve!
Ed ecco il settore FMI!
Questa invece è una particolare linea di bici elettriche che riprende il design anni '50 e '60
E finalmente la Triumph!
Vi chiederete: :<<Beh? E tutte quelle chiacchere su quella Triumph che ti aveva tanto colpita?>> Effettivamente c'era una foto che mi immortalava in groppa alla Thruxton Ace Café ma per motivi di decoro ho preferito non sputtanare la mia faccia estatica e sbavante. Le foto più decenti sono state sulle Indian, ed eccole qui in via del tutto eccezionale:
Oltre ai motori era presente anche lo stand di Virgin Radio che ovviamente ha proposto autori in stile rock.
ma torniamo a noi...
Infine per chiudere in bellezza abbiamo assistito all'ultima tappa del Supercross European Championship, sfortunatamente essendo una pessima fotografa non sono riuscita ad immortalare le acrobazie.
Ovviamente mi sto mettendo all'opera per entrare in possesso di quel gioiellino, e ci riuscirò!
Stay tuned!
Valentina
P.S. Per ulteriori informazioni vi rimando al sito ufficiale dell'evento http://www.eicma.it/
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