59° Elefantentreffen 2015 / Solla: il mio primo Elefante! Parte 3

IL RADUNO: l'arrivo, il fuoco, la neve, i fuochi d'artificio, i vicini del terzo tipo, l'alcool, gli amici e la notte in tenda.

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Una scarica di adrenalina mi percorre la schiena. È una sensazione particolare. Per farvi capire, diciamo quel brivido che si sente quando, dormendo, si sogna di cadere e ci si sveglia di colpo.
Vi giuro che non stavo dormendo. Anzi, stavo guidando. Stavo guidando sulla neve cercando di percorrere gli ultimi Km senza replicare l'esperienza della mattina a Monaco. Dio che sensazione magnifica. Mi sento al settimo cielo. Mi ricorda l'emozione che provavo anni fa quando dopo qualche ora di arrampicata, finalmente arrivavo in vetta e osservavo il mondo dall'alto. Una mania di grandezza mi inonda di sicurezza. Il mio ego è appagato, sazio, bello satollo.
Si cazzo, Jack ce l'hai fatta anche questa volta!


Elefantentreffen 2015!
Inizio già a vedere le moto parcheggiate. Immediatamente mi tornano alla mente tutte le foto trovate su internet durante le ore e ore passate cercando informazioni, sognando il giorno in cui anche io sarei diventato, come dice il mio amico Eden, "motociclisticamente maggiorenne".
Il mondo è piccolo. Davvero piccolo. Incontro subito Diomede, amico del Blues Biker Pub di Milano (uno di quelli che ho tartassato di domande, scusa ancora Diomede, sei stato un santo!). Dopo un caloroso saluto ci invita a parcheggiare subito la moto e passare da lui per uno "spuntino". Lo ringrazio e gli rispondo che passeremo nel tardo pomeriggio dopo aver montato la tenda e acceso il fuoco.
Però c'è una cosa molto più urgente della tenda. Più urgente del fuoco. Più urgente di sgranchirsi le gambe o cambiare l'acqua ai gerani.
Devo fare la famosa foto sotto lo striscione blu tanto agognato!

Appena arrivato all'Elefantentreffen con la mia fedele Harley-Davidson

Che gioia! È da circa 20 minuti che continuo a ridere e nonostante le ore di viaggio e i Km percorsi al freddo in questi due giorni, mi sento pieno di energie.
Parcheggiamo la moto lungo la stradina che porta al raduno e scarichiamo i bagagli.



Nonostante sia sporca e ricoperta di sale, la mia Dyna è sempre una dea.



Borse in spalla, dopo esserci iscritti all'ingresso, ci inoltriamo tra le tende alla ricerca di un posticino libero. Lo troviamo subito dopo l'ingresso sulla sinistra, non lontano dalla tenda di Diomede.
Come prima cosa vado a conoscere i vicini, perché la cordialità è importante! Persone squisite e a modo, stile casa-chiesa.

Vicini del terzo tipo. Anche del quarto direi.





Poche storie, è tempo di rimboccarsi le maniche e iniziare a montare la tenda perché una lunga serata fredda ci attende e il sole è quasi calato completamente, lasciando intravvedere un cielo blu scuro e profondo come l'oceano.


Bivacco RPLF

Non passa neanche mezzo giro d'orologio che con grande orgoglio, Francesco ed io, osserviamo la nostra dimora. Però un dubbio sorge spontaneo valutando le dimensioni troppo esigue della tenda. Dove diavolo lasceremo i bagagli durante la notte? Fortunatamente abbiamo materiale impermeabile, così decidiamo di fare un mucchio di zaini che lasceremo fuori, coperti da un sacchetto di plastica. Non vogliamo testare la resistenza all'acqua dei nostri materiali. Ci fidiamo. Però un sacchetto sopra non farà male a nessuno.
Con il fuoco bello carico, decido di farmi un giro per il raduno, andando a fotografare gli altri disperati come noi. Qui tutto è assurdo. Qui tutto è magnifico.


No Chrome, No Clear. Seems legit.
















Con più calma chiedo ad un barbaro di farmi una foto. La foto.



Qui in montagna il buio cala da un momento all'altro e in men che non si dica la notte è giunta. Lo stomaco inizia a brontolare, è tempo di addentare qualcosa! Vicino all'ingresso del raduno c'è un piccolo baracchino che vende, tra le varie cose, birra e vin brulé. Ottimo direi. Così io e Francesco decidiamo di fare il grande acquisto e facciamo il pieno di alcool che in qualche modo speriamo ci aiuti a patire meno il freddo intenso delle foreste tedesche innevate.
Trovo in coda affianco a me Riccardo e ci scappa la foto!


Grande Francesco!!!!

Io e il mio amico Riccardix il Grande

Facendo molta attenzione a non fare cadere le 4 birre e i 3 vin brulé ci dirigiamo verso la tenda.. è tempo di far vedere a Cracco come si cucina!





Sorseggiare un caldo vin brulé davanti al fuoco in mezzo ad una foresta innevata.
Cosa vuoi di più dalla vita?





Mentre sono alle prese con pentole, fuoco e risotto allo zafferano, due strane figure si avvicinano barcollando. Due simpatici, sobri ed eleganti uomini si aggirano per il raduno andando a trovare i vicini di tenda. Due sibaritici esteti. Vere opere d'arte mobile.




Dopo aver fatto amicizia con questi due svitati italiani prossimi alla broncopolmonite (si dice che quella notte abbia fatto circa -14°C), è tempo di tornare in cucina, il risotto è pronto!



Nonostante il divieto tassativo di portare fuochi d'artificio all'interno del raduno, qualche temerario avanguardista tenta l'impresa, regalandoci uno spettacolo unico: colorati fuochi che incendiano il nero cielo stellato.
Si è sparsa la voce, purtroppo, che queste persone siano state identificate e cacciate dal raduno. Spero proprio di no.



L'alcool è già finito, così decido di tornare alla baita e fare rifornimento. Nel tragitto farò amicizia con La Bestia. Per Dio, questo raduno è meraviglioso.



La Bestia.



A pancia piena, dopo aver mangiato di tutto e di più e soprattutto dopo aver bevuto come un'idrovora, mi addormento catafratto al caldo, sulla neve, affianco al fuoco.


Pisolini violenti in quel di Solla.

Quando mi risveglio si è fatto tardi ed è ora di entrare in tenda. Soddisfatto e appagato per la bella giornata trascorsa mi sistemo dentro al sacco a pelo.
Domani sarà un'altra giornata impegnativa, bisogna recuperare le forze penso tra me e me mentre delicatamente inizia a nevicare.

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