The man with the weldin' gun.
L'avete capita? Tipo il film di James Bond? The man with the golden gun, però siccome lui è saldatore ho messo weldin' al posto di golden? Vabbè va..
Ho conosciuto Coco in un gelido inverno di un paio di anni fa. Faceva freddo, pioveva, era un periodo di emme e avevo bisogno di un pinstriping sul serba.
Fu così che nella brumosa città di Oxtia feci conoscenza delle Lumache Suicide.
No, non è che mi drogo.
E' semplicemente il nome del loro garage, Suicide Snail Garage, un collettivo di quattro menti e otto braccia, una realtà finalmente fresca, giovane e accogliente. Aaron, il Punk, Flavietto e lui, il Coco. Ognuno di loro con una specialità, ma tutti loro votati alla realizzazione di mezzi con uno stile riconoscibile, personale, volto al futuro con attenzione al passato.
Ed il ferro personale del nostro amico ne è un perfetto esempio.
Ma facciamo un passo indietro, al momento che li ho conosciuti. Piano piano mi sono affidato a loro, soprattutto per verniciature, saldature, e lavori di vario genere che richiedevano una mano esperta.
E così ho conosciuto le persone dietro le moto. E ho trovato finalmente che nel gran deserto d'uomini che a volte è questa città, qualche persona come si deve, alla mano, con una solida attitudine al buon gusto nella vita e nelle motociclette (sostenuta da un know-how e una padronanza dell'arte invidiabili), ancora si poteva trovare.
Ed arriviamo ad oggi, ad un'afoso sabato di inizio giugno.
Con 30 gradi e niente da fare, ci sono due o tre alternative: una è andare a fare la colla al mare, in mezzo ai tre milioni di romani che hanno avuto la stessa idea; l'altra è chiudersi in casa e portarsi avanti con lo stud-ahahahahaha; la terza è farsi un giro, andare a trovare un amico e possibilmente rovinarsi il fegato da Merdonalds.
Sulla strada per la fastosa Dragona, incrociamo Enzino che si fa un giro. Bella Enzo!
Il loro garage si è trasferito vicino un grosso campo, tra l'Ostiense ed il Tevere. E' un posto in apparenza quieto e meditativo (adatto anche ad un bel laboratorio di meth clandestino) ma dentro il capannone ferve attività. Legale.
Ed ecco il sontuoso chopper del Coco: la base di partenza è un XLC del 2001, ma la lista di roba figa fatta su questa motocicletta è impressionante.
Il manubrio è fatto a mano, sagomato, i rises saldati direttamente al manubrio. Le aggiunte in ottone sono tornite a mano, come le manopole (il Punk è l'addetto al tornio solitamente). Niente cavi.
Il serbatoio è un 12 litri sventrato e "carefully massaged" a mano da nientepopodimenoche lui, l'uomo dalla pistola saldatrice, lo sfrullinatore del metallo, Coco master builder.
A parte gli scherzi, non c'è davvero niente che questo ragazzo non possa fare con una saldatrice e un disco da taglio.
La coda rigida è stata saldata al telaio stock, creando un profilo ed un equilibrio perfetti. La gomma da 180 è abbracciata da un parafango anche questo lavorato a mano, come il sissy minimal e cattivo.
Nemmeno il discreto faretto sfugge a un restyling, con un po' di colore.
Sull'altro lato spiccano gli scarichi artigianali, bendati, che sfociano in due terminalazzi illegali come piace a noi, e incattiviscono notevolmente l'estetica del mezzo.
La conversione a catena rende la moto più brutale e scattante.
Il carter distribuzione è stato sagomato, una modifica che raffina il profilo dello small block, e dimostra gusto ed eleganza.
Cover firmata.
Come ho detto, non ci sono cavi al manubrio. Frizione e gas sono interni, ma manca comunque la leva freno. Questo perché la frenata è combinata; entrambi i freni dipendono dal pedale sinistro: se notate ci sono due banjo ad uscire dalla pompa!
Way to clean it up!
Il compito di sverniciare la carrozzeria spetta ad Aaron, il master painter della cricca.
Avete già potuto vedere di cos'è capace se avete dato un'occhiata al mio serbatoio: quel metalflake blu leggero e il pinstriping nautico sono opera sua. Precedentemente aveva anche pinstripato il mio 12L, con quel bel simbolo dei Grateful Dead.
Qui unisce un nero lucido ad un glitterato verde-oro (c'entra un cazzo il brasile eh). L'unica ragione per cui è rovinato è che Coco usa la moto come se non ci fosse domani (farsi sterrati su un rigido non è per tutti) e questo alla lunga mette alla prova!
Da davanti è piuttosto minacciosa.
Tristina sorveglia guardinga le operazioni.
Quando l'officina si è trasferita, i ragazzi hanno adottato una famiglia di gatti. Ci stanno Valvoletta, Tristina (dal cipiglio serio), e un paio di altri che non ricordo.
Il boss (ogni riferimento ad una vaga somiglianza con Bruce è puramente casuale) si rilassa un attimo.
Il parco moto è di un certo livello.
Kult.
Ma fuori il solleone picchia senza pietà né regola. Prima di grondare sudore e commuoversi le ascelle è meglio rifugiarsi all'interno.
Mentre Coco e Paolo trafficano su una gomma, ne approfitto per fare un po' di foto come si deve al posto.
Mentre Coco e Paolo trafficano su una gomma, ne approfitto per fare un po' di foto come si deve al posto.
Tutte le foto che ho dell'officina, dei tesori che ci ho trovato dentro, sono fatte col cellulare, di infima qualità.
E mentre giro fra le motociclette, le chicche, i pezzi qua e là, i macchinari, mi rendo conto di quanto mi piaccia questo posto.
Quanto mi abbia aiutato, e mi aiuti ancora, venire da queste parti.
Altre due splendide cosette dei ragazzi. La prima forse l'avete vista ad InKustom l'anno scorso, l'altra è il mezzo personale del Punk. Se e quando la rimetterà in funzione, mi piacerebbe farvela vedere.
Mi ricordo che in periodi più bui di questo, venire dai ragazzi era una parola d'ordine, a cui associavo una veloce evasione dallo stress del quotidiano e di altre cose più serie ma col senno di poi altrettanto trascurabili.
Il freddo e la pioggia erano un prezzo leggero da pagare, in cambio di una chiacchiera anche veloce con qualcuno che mi facesse finalmente vedere un po' di luce e mi insegnasse qualche trucco per la mia moto.
Quanto gli ho rotto le palle al Coco! Ogni tre per due ero da lui a farmi saldare qualcosa, consigliare qualcos'altro, mollargli qualche staffa rotta da riparare...ma d'altronde è colpa sua: fosse scarso con la saldatrice o scarso di simpatia uno non ci tornerebbe.
Suppongo che però anche lui mi debba ringraziare di una cosa: senza di me non avrebbe mai assaggiato il pesto-droga di Sanremo.
Un'altra prova delle abilità dello Jedi del metallo: questa ruota inglese (che serve a modificare e massaggiare parafanghi, lastre e quant'altro) è stata costruita da lui, tubo per tubo.
Motoreddu vieni a ripigliarti sta moto!
Ed eccolo, il diavolo della Romània (da leggersi con l'accento sulla "a" tipo tasmània), che sfrullina...niente. In realtà non sfrullina niente, gli ho fatto mettere lì un pezzo di inox per far volare scintille in giro.
Che grande.
In conclusione, credo di dover ringraziare i ragazzi, e Coco in questo caso particolare, per qualcosa che va oltre un semplice lavoro su una motocicletta.
Data l'ora approcciante al primo meriggio, decidiamo di recarci al più vicino locale per desinare.
Quanto è cattiva sta seduta.
We few, we happy few, we band of brothers.
Ste si è scarrozzato per mezza giornata un parafango nello zaino. Che cuore.
Noblesse oblige.
- MacDonalds?
- Andata!
Ed eccoci tutti in fila al Mac. Ci aspettano un McAngus edizione limitata, una boccia di coca gelata da congestione e aria condizionata al limite dell'ipotermia.
Ah, L'America..
E' stata una bella giornata. Un grazie a Ste, a Paolo e soprattutto a Coco.
Evviva le moto. Evviva la vita. Evviva la fi*a.
~ ~ ~
Nessuno ha mai notato la somiglianza di Jorah l'Andalo con Sabatini? Secondo voi è stato per vendicarsi dell'esilio che ha riempito la Roma di scarpe?
Commenti
Posta un commento
Per i lettori non registrati, cliccare sulla voce OpenID.