Vittorio Simonelli.
Alright alright alright.
Stava appoggiata al bancone, l'aria annoiata di chi non ha visto nulla di nuovo da troppo tempo.
La porta vola aperta all'improvviso, riesce entrare l'aria fresca e umida della notte, carica di profumi guasti.
Il Mostro sta accanto alla porta, guarda a lungo il locale prima di avvicinarsi al bancone, i vestiti sporchi, la barba sfatta, gli stivali infangati.
Greta alza gli occhi dal suo drink, non riesce a staccare lo sguardo dal Mostro, mentre lui vuota con indifferenza uno shot di mezcal.
Abbassa gli occhi quando lui si gira a guardarla. Percepisce il suo sguardo sulle sue gambe, il seno, le pieghe del vestito che malcelano le sue forme.
Alla fine alza gli occhi, lui la sta ancora guardando. Un bagliore brilla in fondo alle sue pupille, due buchi vuoti e neri nel suo teschio. Lascia andare del fumo dalla bocca, un aroma di sigaro riempie la stanza.
Lui le sorride, poi si alza e se ne va. Secondi dopo, un motore si accende, rimbombando sommesso al minimo.
Rimane indecisa solo un secondo Greta, prima di vuotare il drink con un ultimo sorso, e uscire dal locale.
~ ~ ~
Ed eccoli qua, Greta e il Mostro.
Il mostro ve lo offre il pennello di Bobber Cult, artista Lowbrow spagnolo.
Greta invece ve la offre Vittorio Simonelli, che se frequentate queste pagine avrete già conosciuto.
Ma nel caso siate già preda dell'Alzheimer, vi posso schiarire la memoria. Vik apre la sua attività Less Is Best agli inizi del 2014, specializzandosi nella vendita di accessori, caschi e abbigliamento vintage per motociclette.
Per un caso decisamente traverso (per il quale ringrazio l'utente WildEtna del forum Webchapter; a volte questi frocial network servono a qualcosa), vengo a conoscenza di questo negozio che neanche aveva aperto: in cerca di un faretto particolare da montare sulla mia moto, ho avuto la fortuna di conoscere Vik agli inizi della sua esperienza.
Vittorio è stato compagno di strada mio e di RPLF per due indimenticabili viaggi, il primo a Tuoro sul Trasimeno per l'Italian Bike Week, ed il fantastico secondo a Biarritz per l'edizione 2014 del Wheels & Waves.
Il suo progetto primario era però quello di creare special, lavorare su motociclette, e non solo vendere accessori rari e caschi d'epoca: solo dopo un lungo periodo di gavetta ha finalmente creato una partnership con un altro professionista del settore, Cristiano di Little Skull Cycles, unendosi nell'officina di Motorcycle Family Garage.
Le idee sono tante e chiare, e unendo le forze stanno cominciando ad uscire dei mezzi piuttosto interessanti dalle mani e menti dei meccanici di Christian e dei due amici in capo all'attività.
Il mezzo personale di Vik, Greta (le vere moto hanno un nome, di donna), è ottimo testimone dello stile e inventiva che il proprietario e le sue attività stanno diffondendo.
Greta nasce come un XL 883 del 1999, gli anni gloriosi dello Sportster Evo telaio stretto (MCCZZ gli è passato in testa ai designer della MoCo di cambiarlo...).
Subisce una prima trasformazione piuttosto radicale ad opera del già citato Lorenzo Consigli (guru dello stile giapponese a Roma), la cui forma, se non ve la ricordate, la potete vedere in altri articoli di RPLF (se vi scappa di guardarne anche altri a noi non dà fastidio eh).
All'epoca aveva ancora un serbatoio repro Wassell, lasciato arrugginire alle intemperie, un faretto replica da 4 1/2, parafango tagliato e un'onestissimo fanalino Sparto.
Ma Vik nell'ultimo anno ha fatto parecchie modifiche, e della prima trasformazione ormai rimane poco: il primo particolare che salta all'occhio è il diverso serbatoio. Dal peanut Wassell si passa ad una minimale botte presa in prestito da uno scooterino Hercules 125, vecchia gloria delle regolarità anni '70.
La storia e l'aspetto vissuto del piccolo serbatoio non fanno che aumentare il karma positivo di questa motocicletta.
Anche l'avantreno cambia decisamente aspetto.
Gli steli forcella vengono coperti con le cover di Lowbrow Customs...la pioggia e la strada fanno il resto.
Il piccolo Bates replica viene rimpiazzato da un'accoppiata a dir poco vincente: parabola gialla e quel che rimane di un cupolino di una Ducati da corsa anni '70, adattato agli attacchi delle forche Sportster (le moto sono come i maiali in fondo, non si butta via niente).
Il risultato è strepitoso, un misto fra qualcosa che puoi vedere in Giappone e le eccentriche genialate di quel simpaticone del Solitario MC.
A rendere accattivante e suggestivo il profilo del motore ci pensano il carter camme tagliato e sagomato al limite (ricorda vagamente i carter a banana dei big twin fino agli anni '60)...
...e il filtro aria, un Dell'Orto F8 (detto "la doccia", a ragion veduta direi), adattato al CV dello Sporty.
Il fanalino antico è di provenienza (a me) ignota, probabilmente da qualche mezzo americano a 4 ruote anni '40.
Il manubrio è artigianale, realizzato da Vincenzo, uno dei meccanici di Motorcycle Family Garage. E' l'esatta replica di quello che montava prima, rimasto distrutto dopo una brutta limata al Wheels & Waves di quest'anno.
Bende termiche, paracalore e montagne di adesivi.
Insomma, la moto di Vik è come lui: vera, vissuta, pronta per la strada, verso esperienze e paesaggi mai visti prima.
Da parte mia, spero che l'anno che ci aspetta fra un paio di mesi ci porterà di nuovo insieme da qualche parte in Europa, su mezzi come si deve, a conoscere qualche tipo assurdo (e magari a litigarci via internet).
E spero anche che Vittorio possa proseguire al meglio nell'attività che sta portando avanti: l'entusiasmo e le idee non mancano, e sarebbe bello vedere qualche officina eclettica e genuina realizzare moto ccc. Come Cristo Comanda.
E spero infine che il nostro motto non muoia mai.
LCITN, amico mio.
Craaaa!
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